Se è vero che “siamo ciò che mangiamo”, proviamo a rivolgere un pensiero agli orti e ai campi dove viene prodotto gran parte del nostro cibo e dove ortaggi, cereali, alberi da frutto, stanno schierati come soldati su filari paralleli che non s'incontrano mai; oppure stipati all'inverosimile in recinti. Individui tutti uguali per forma, colore età, dimensione, piantati sul terreno nudo e piatto.Vivono nello stesso posto, ma non veramente “insieme”, poco considerati nelle loro funzioni e relazioni, coltivati solo per il consumo e il profitto. E forse non è un caso che nei luoghi dove gruppi umani tentano di costruire nuove piccole società, come gli ecovillaggi, in cui coltivare il rispetto per le differenze e il valore d’ogni età della vita, nascano orti sinergici.
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